La leggenda di Lucida Mansi

Numerosi sono i misteri che avvolgono questo sinistro personaggio storico lucchese. C’è chi dice di averla vista nelle notte di pioggia all’interno di una carrozza infuocata guidata dal Diavolo in persona. Altri raccontano di aver visto il volto di Lucida nel mentre si specchiano nel laghetto dell’Orto Botanico.
Le leggende del mistero si fondono con la storia di una giovane nobil donna del 1600, chi era Lucida? Esiste una verità storica che la inchioda ai suoi crimini?


Nell’archivio storico proveremo a dare risposta a queste domande.
In questa sezione invece affronteremo la figura di Lucida Mansi avvolta nella leggenda, come viene ricordata ancora oggi dai lucchesi. Una donna completamente
preda delle proprie passioni che la portano a uccidere e a stringere un patto con Satana in persona.


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L'unico ritratto attribuibile a Lucida Mansi

 

La "Bella degli specchi"

bella degli specchi

Lucida Saminati nasce a Lucca il 7 marzo 1608, figlia di Vittorio Saminiati e Laura Marchiò, nel 1926 va in sposa a Vincenzo Diversi che viene assassinato a colpi di archibugio per una lite di confine. Alcune male lingue, ma soprattutto leggende, attribuiscono un ruolo a Lucida per la morte del marito. La giovane vedova si risposa con Gaspare di Nicolao Mansi, Lucida muore nel 1649 di peste.

La leggenda vuole che Lucida Mansi sia una nobildonna libertina, amante della bellezza e dedita ai piaceri della carne con i suoi numerosi amanti. Giovani rampolli di buona famiglia, nobili anziani e potenti, ricchi mercanti, persino servi, tutti si prostrano ai piedi di Lucida per la sua bellezza. Ogni tanto, alcuni di questi amanti prendono il vizio di sparire e non farsi più rivedere in città, forse per la vergona di essere stati rifiutati dalla camera della loro signora. Ma il cuore gelido di Lucida conosce la verità, gli amanti più insistenti, i deboli, le persone che non cercherà più nessuno, si trovano ancora all’interno della villa dei Mansi. I loro corpi giacciono trafitti da lame nelle botole segrete dell’antica magione.

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Lucida una mattina, nel mentre è solita osservare la sua bellezza allo specchio, si accorge di non poter vedere riflesso completamente il suo corpo e decide di realizzare una stanza nella sua villa, in cui vi sono un’infinità di specchi e nei quali può veder riflessa la propria immagine da ogni angolazione. Proprio scrutando attentamente il suo corpo all’interno di questa stanza, si accorge che una ruga solca la sua candida pelle. Si avvicina meglio agli specchi per osservare più attentamente.
Si, è proprio una ruga. Lacrime di paura e rabbia solcano il volto della giovane, mai avrebbe permesso al suo corpo di invecchiare, la sua bellezza sarebbe stata per sempre!
Giura queste parole di fronte all’immagine nello specchio colpendolo ripetutamente, nel mentre i frammenti si spargono in tutta la stanza e osserva tremante la sua mano insanguinata.
Per sempre!

Forse è la sua determinazione, mista al sangue versato nell’infrangere lo specchio, ma l’inferno non si limita guardare. Le finestre della camera di Lucida si spalancano, aperte da un forte vento, le tende si gonfiano, le schegge dello specchio tintinnano in fondo alla stanza. Da un’intensa luce si staglia la figura di un giovane ragazzo. Un ragazzo dalla bellezza ineguagliabile che fa rimanere senza fiato Lucida, con le guancia ancora solcate dal pianto.

“Non disperate giovane fanciulla.” Dice il ragazzo tendendo la mano a Lucida.
“Io posso aiutarti a mantenere la tua bellezza inalterata nel tempo!”

“Chi sei tu, giovane uomo? Sei forse un angelo?” Dice Lucida con un filo di voce.

Molto tempo fa lo ero, ma adesso sono in cerca di anime! Conosco bene Lucida i tuoi peccati, il modo in cui uccidi i tuoi amanti e godi nel veder scorrere il loro sangue, il piacere delle carni a cui sei deidita. Tutto ciò ti sarà tolto adesso che invecchierai!”

Il viso di Lucida si contrae in una morsa di terrore.

“Ma io posso donarti la tua bellezza ancora per trenta anni! Trent'anni senza invecchiare e la tua anima sarà mia!”

Il volto di Lucida riflesso nello specchio inizia a contorcersi e il suo corpo nudo diventa quello raggrinzito di una vecchia, i seni si fanno cadenti, gli occhi infossati, le guance e le mani avvizzite. Riflessa negli specchi c’è una vecchia rinsecchita che dimostra cento anni, non la giovane e bella nobildonna lucchese.

“Acconsento!” grida Lucida spaventata.

“Allo scadere dei trenta anni, a mezzanotte, quando la campana della Torre delle Ore scoccherà l’ultimo rintocco, reclamerò la tua anima!”

La mano della ragazza si stringe a quella del giovane e da allora il patto è siglato.
Il Diavolo mantiene sempre le sue promesse, la bellezza e l’età di Lucida rimangono intatte, nel mentre le persone intorno a lei invecchiano e muoiono, alcune colte dall’incessare del tempo, altre uccise dai trabocchetti e dai piaceri della bella degli specchi.
Ma il tempo è inesorabile e per Lucida quegli anni di piaceri, passano come un soffio di vento.
La notte del 14 agosto 1646 scadono i trent'anni stabiliti dal patto, una grande tempesta sta per colpire Lucca, densi nuvoloni neri si ammassano nei cieli sopra Torre Guinigi.
Solo un’ombra si aggira tra i vicoli della città, tutti i lucchesi sono rintananti nelle loro case, hanno in mano il rosario e pregano per la propria anima, in questa notte nefasta il Diavolo cammina nelle strade di Lucca. Ma l’ombra che corre in direzione della Torre delle Ore non è il Diavolo, ma Lucida che tenta di cambiare il suo destino.

La campana inzia il primo rintocco alla mezzanotte, e le fronde degli alberi delle mura e di Torre Guinigi risuonano all’unisono.

“E’ troppo presto!” Ripete dentro di se, nel mentre affannata percorre i gradini della torre delle ore.
“Ancora trent’anni! Devo fermare la campana prima che suoni l’ultimo rintocco della mezzanotte!”

Al decimo rintocco Lucida raggiunge la campana, per un attimo la torre è illuminata da un fulmine.
Poi il boato del tuono, undicesimo rintocco. La nobildonna allunga la mano per fermare la campana. Ma qualcuno l’afferra prima che possa farlo. Lucida si volta verso la figura dietro di lei, nel mentre riecheggia l’ultimo rintocco.
Le fiamme avvolgono il ragazzo e tutto l’orizzonte sotto i nuvoloni neri si fa di fuoco. Una lunga coda e delle enormi corna nascono sul corpo del giovane, i suoi occhi sono tizzoni ardenti, la sua voce come tempesta.

“Lucida, non puoi fermare il tuo destino”

La ragazza grida quando il diavolo la fa montare nella sua carrozza di fuoco, trainata da cavalli che sbuffano fumo, percorre a gran velocità le vie del centro, lasciando dietro di se scie di fuoco, monta sulle mura incrementando ancora la velocità, all'altezza del giardino dell'orto Botanico, la carrozza esce fuori strada e finisce nelle acque del laghetto.
Prima una goccia e poi un’altra, si pensava ad un forte temporale dai fulmini e dai tuoni, Lucca invece viene ricoperta di una pioggerellina estiva.

laghetto orto botanico

Ancora oggi chi immerge il capo in questo lago pare possa vedere il volto addormentato di Lucida Mansi. Nelle notti di luna piena pare oltretutto che sia possibile vedere la carrozza nel mentre trascina la donna verso l'inferno e sentirne le grida.
Altre fonti individuano il fantasma della bella lucchese vagare nel palazzo di Villa Mansi a Segromigno, luogo in cui essa soleva intrattenere e poi giustiziare i suoi amanti.


Altre versioni della leggenda

In un’altra versione del finale della leggenda, Lucida viene trascianta negli inferi dal Diavolo. I due sprofondarono in una voragine senza fondo che si apre nel pavimento di Palazzo Mansi e che, per un lungo lasso di tempo, si dice, non fu possibile chiudere in alcuna maniera. Il foro infernale corrisponderebbe ad un cerchio ancora oggi visibile nella pavimentazione della cosiddetta Camera degli Sposi.
Secondo un'altra leggenda, in quel punto ci sarebbe stato un tempo, invece, un trabocchetto dotato di affilatissime lame nel quale precipitavano i giovani amanti della perfida Lucida, dopo aver soddisfatto le voglie della padrona di casa. Un metodo senz'altro molto radicale ed efficace per salvaguardare la propria reputazione. Qualcun'altro colloca la trappola mortale sotto il pavimento nel Castello di Catureglio, nei pressi di Borgo a Mozzano, altro edificio di proprietà dei Mansi.


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Il Fantasma di Lucida

Ma, irrequieta com'era da viva, pare che la bella Lucida non sia riuscita a trovare pace nemmeno dopo la morte. C'è chi afferma che il suo fantasma appaia di notte,
completamente nudo e su un cocchio infuocato sulle mura di Lucca; e dopo un breve tratto al galoppo precipiti come una furia per immergersi nel piccolo lago dell'Orto Botanico, in un terreno maledetto che un tempo fu il luogo di sepoltura di giustiziati, eretici ed appestati. E chi fa attenzione può avere la fortuna di vedere il bel viso di Lucida riflettersi, come in un specchio, nell'acqua del laghetto o di ascoltare i suoi sospiri.
Ma il suo fantasma, a quel che si dice, abita le notti di tutti i luoghi legati, in qualche modo, alla famiglia Mansi. A Palazzo Mansi, anzitutto, dove nella già citata Camera degli Sposi vi è, accanto ad uno specchio un ritratto che la tradizione vuole sia proprio quello di Lucida. E poi nel castello di Catureglio, nella splendida Villa Mansi di Segromigno e, addirittura, sul greto del torrente Sana, in Garfagnana. Si racconta di uomini che, avendo incontrato lo spettro, se ne sono innamorati fino ad impazzire.


Misteri di Lucca