• Demo
    "Eliminato l'impossibile, ciò che resta, per improbabile che sia, deve essere la verità."

    Sherlock Holmes

  • Demo
    "Ogni uomo è un criminale senza saperlo."

    Albert Camus

  • Demo
    "È un errore enorme teorizzare a vuoto. Senza accorgersene, si comincia a deformare i fatti per adattarli alle teorie, anziché il viceversa."

    Sherlock Holmes

  • Demo
    "Ogni cosa deve essere considerata in relazione al contesto, alle parole o ai fatti."

    William Withey Gull.

  • Demo
    "Io l'ho visto. Con gli occhi della mente si vedono molte più cose di quel che non si veda con gli occhi del corpo. Basta appoggiarsi indietro, nella poltrona, e chiudere gli occhi..."

    Hercule Poirot

  • Demo
    "A giudicare per induzione e senza la necessaria congiunzione dei fatti, si fa alle volte gran torto anche ai birbanti.

    Alessandro Manzoni

  • Demo
    "Sono proprio le soluzioni più semplici quelle che in genere vengono trascurate."

    Sherlock Holmes

  • Demo
    "Abbastanza spesso il criminale non è all’altezza della sua azione: egli la immeschinisce e la calunnia."

    Friedrich Nietzsche

  • Demo
    "Non è vero che i criminali siano uomini di intelligenza limitata; probabilmente, anzi, è vero il contrario."

    Michael Crichton

  • Demo
    "Quella dell'investigazione è, o dovrebbe essere, una scienza esatta e andrebbe quindi trattata in maniera fredda e distaccata."

    Sherlock Holmes

  • Demo
    "Uccidere è un crimine. Tutti gli assassini vengono puniti, a meno che uccidano in gran numero di persone e al suono delle trombe."

    Voltaire

  • Demo
    "È un errore confondere ciò che è strano con ciò che è misterioso. Spesso, il delitto più banale è il più incomprensibile proprio perché non presenta aspetti insoliti o particolari, da cui si possono trarre delle deduzioni.."

    Sherlock Holmes

  • Demo
    Non bisogna dire che un atto offende la coscienza comune perché è criminale, ma che è criminale perché offende la coscienza comune."

    Émile Durkheim

  • Demo
    "Fanno meno danno cento delinquenti che un cattivo giudice."

    Francisco de Quevedos

  • Demo
    "La vita non è altro che una lotta tra l’essere il criminale piuttosto che la vittima."

    Bertrand Russell

  • Demo
    "Il vero significato del crimine risiede nel suo essere un’infrazione alla fiducia della comunità del genere umano..."

    joseph Conrad

  • Demo
    Per prevalere, il crimine uccide l’innocenza e l’innocenza si dibatte con tutte le forze nelle mani del crimine."

    Maximilien de Robespierre

  • Demo
    "Per comprendere certi delitti basta conoscere le vittime."

    Oscar Wilde

  • Demo
    "Gli elementi che portano a risolvere i delitti che si presentano con carattere di mistero o di gratuità sono la confidenza diciamo professionale, la delazione anonima, il caso. E un po', soltanto un po', l'acutezza degli inquirenti."

    Oscar Wilde

Il caso Blue Whale, realtà o effetto Werther?

Il caso Blue Whale, realtà o effetto Werther?

In questi ultimi tempi un nuovo “gioco online” stia dilagando tra i giovani ragazzi italiani e di tutta Europa. Approfondiamo questo fenomeno per capire bene di cosa si tratta e dare una volta per tutte delle risposte sulla sua reale esistenza o meno.


Cos’è il Blue Whale?

Blue Whale, letteralmente Balenottera Azzurra, in Italia ribattezzato Balena Blu, viene chiamato in questo modo per ricordare lo spiaggiamento delle balene, un fenomeno che porta alla morte circa 2000 cetacei ogni anno. Nel caso specifico il Blue Whale è una specie di sfida online in cui il giovane deve affrontare 50 prove poste da un così detto “curatore” o "master" che si concludono con il suicidio del giocatore il cinquantesimo giorno. Il curatore ha lo scopo di verificare che colui che sceglie di partecipare al “gioco” stia seguendo le sue indicazioni e di conseguenza spingerlo con minacce e manipolazioni psicologiche a completare tutti i cinquanta passi.

Tra le sfide poste vi sono gesti al limite dell' autolesionismo, ascoltare musica black metal ad orari improbabili di notte e a tutto volume, camminare sui binari di un treno e molto altro ancora. Lo scopo è creare isolamento e disagio nel giovane che ne prende parte, in modo da rendere più facile l'ultimo e fatale passo. Chi vuole partecipare a questo gioco deve pubblicare l'hashtag #f57 su social network, Facebook, Instagram, WhatsApp, per essere poi contattato dal curatore.


La storia

Il primo giornale a occuparsi del caso è stato il Novay Gazeta, un quotidiano di Mosca, nel 2016 in cui si collegano almeno 80 delle 130 morti per suicidio avvenute in Russia tra il novembre 2015 e l'aprile 2016 a delle comunità virtuali presenti su Vkontake, il corrispettivo russo di Facebook. In queste chat, secondo il Novay Gazeta, i ragazzi sarrebbero istigati a togliersi la vita. Di tutt'altro avviso la ricerca effettuata da Radio Free Europe, un'emittente finanziata dagli USA che si occupa di Mosca e dintorni, in cui si sottolinea che non vi è nessuna connessione provata tra i suicidi avvenuti e queste chat, e che il tutto sarebbe soltanto una montatura mediatica.
Radio Free Europe si spinge addirittura più in la, ovvero che l'enfasi mediatica sul caso sia addirittura strumentale:

«I politici vedono in questo fenomeno un grimaldello per affermare lanecessità di controllare maggiormente il web. Lo scorso 16 febbraio in un’audizione alla Camera civica – fa notare – è stato affermato che il Blue whale è stato creato dai nazionalisti ucraini e che ha contagiato almeno due milioni di giovani russi».


Il caso zero, Rina Palenkova

Rina Palenkova è presumibilmente la prima vittima del Blue Whale e ad oggi viene considerata nei vari gruppi di suicidi come una vera e propria eroina, la prima che ha completato il gioco raggiungendo il suicidio. Rina è morta il 23 novembre del 2015, facendosi decapitare da un treno in corsa e postando, pochi minuti prima del suicidio, alcune immagini e video su Vkontakte (VK) annunciando la propria morte con un post: “Miao. Addio”.

Rina Palenkova


Filip Lis alias Philip Budeikin e il gruppo f57

Il suo soprannome sui social network è “Lis”, volpe, il suo vero nome Philipp Budeikin ad oggi considerato l'ideatore del Blue Whale.


Chi è Philippe Budeikin?

Attualmente ventiduenne studente di psicologia è stato arrestato a San Pietroburgo nel maggio del 2016 con l'accusa di istigazione al suicidio e per aver realizzato alcuni gruppi sui suicidi su VK, uno in particolare è diventato tristemente noto, il gruppo F57 di cui Budeikin era amministratore.
Budeikin in un primo tempo si dichiara estraneo ai fatti e assicura di aver aiutato alcuni giovani problematici dissuadendoli dal compiere l'estremo gesto.
A maggio del 2017 le sue dichiarazioni sono di tutt'altro tenore:

"Ci sono le persone e gli scarti biologici. Io selezionavo gli scarti biologici, quelli più facilmente manipolabili, che avrebbero fatto solo danni a loro stessi e alla società. Li ho spinti al suicidio per purificare la nostra società".

E ancora:

"Un giorno capirete tutti e mi ringrazierete".
"Ho fatto morire quelle adolescenti, ma erano felici di farlo. Per la prima volta avevo dato loro tutto quello che non avevano avuto nelle loro vite: calore, comprensione, importanza".

Ad oggi, per quanto ci è dato sapere, Philipp Budeikin è in carcere a San Pietroburgo accusato di aver istigato al suicidio 16 ragazzi minorenni. Queste ultime dichiarazioni sconcertanti, in cui si assume la totale paternità della creazione del gioco Blue Whale e l'ammissione di responsabilità dei vari suicidi scaturiti a seguito, si possono leggere su quotidiani di informazione ma la cui fonte rimane comunque la stampa russa.


Philippe Budeikin


La trasmissione “Le Iene

Il fenomeno si è diffuso in Italia a seguito di un'indagine da parte del programma televisivo “Le Iene”, seguito da molti spettatori e soprattutto da giovani. Nel programma non si mette in discussione l'esistenza o meno del gioco e soprattutto la presenza di curatori, ma si riconduce a questo, numerosi suicidi avvenuti in Russia nell'ultimo anno.
Inoltre vengono intervistate alcune madri delle povere ragazze che si sono suicidate, che sostengono che le figlie sono state plagiate e minacciate per prendere parte al Blue Whale.
Il tutto viene corredato da video scioccanti di suicidi estremi in cui giovani ragazzi si gettano da palazzi, ma sulla cui veridicità vi sono notevoli dubbi e nessun collegamento con il caso in questione. Nessun dubbio invece sul dilagare di questa “moda” anche in Italia a seguito dell'attenzione mediatica ricevuta, in scuole e gruppi Facebook da molti mesi non si parla d'altro, tanto che il fenomeno ha preso sicuramente una brutta piega.


Il caso del quindicenne di Livorno

E' il 6 marzo 2017, ore 8.45 a Livorno, un ragazzino di quindici anni sale su uno dei palazzi più alti della città in piazza Matteotti e si lascia cadere giù. L'impatto è terribile, prima finisce sul cofano di una Yaris parcheggiata e poi sull'asfalto, la morte è istantanea. Il giovane ha forzato la porta d'ingresso del palazzo, porta con se uno zainetto, il diario di scuola e un telefono cellulare con in quale pare si sia fotografato o ripreso prima di gettarsi nel vuoto.
Seguiamo la ricostruzione degli ultimi momenti prima della morte:

Alle 7. 30 di lunedì 6 marzo 2017, il ragazzo esce di casa per andare a scuola in bicicletta, devia però il suo percorso e si reca in piazza Matteotti. Parcheggia la bici sul retro del palazzo, dove di solito la lasciano tutti i residenti. Prende l'ascensore e giunge all'ultimo piano, ma prima di arrivare alla terrazza deve superare tre porte che gli sbarrano la strada. La prima è una porta anti-panico che per motivi di sicurezza è aperta, poi c'è una porta in ferro con delle grate, chiusa con un lucchetto. Ad un controllo degli organi inquirenti, successivo alla morte del ragazzo, è stato notato che il lucchetto non è stato forzato e che è ancora chiuso. Non si sa se il ragazzo fosse in possesso delle chiavi o se sia riuscito a passare tra le grate della porta. L'ultima porta viene trovata forzata con un piede di porco, il ragazzo è riuscito a passare da un piccolo varco, ricavato dalla porta di destra.
A quel punto, dalle telecamere di sorveglianza si nota che il giovane si sta riprendendo con il telefonino, per qualche altro minuto digita sulla tastiera, non è chiaro se abbia postato su Facebook la ripresa, poiché appena identificato, il suo profilo è stato immediatamente chiuso dalla Polizia Postale.
Il cellulare viene rinvenuto accanto al corpo, completamente distrutto e quindi non ci è dato di sapere quali siano le ultime immagini riprese.

immagini.quotidiano.net

I dubbi si insinuano anche nei compagni di classe del giovane suicida, dicono che il ragazzo negli ultimi tempi e più precisamente il sabato sera, aveva mostrato alcuni tagli sul braccio ad amici e dicendo di partecipare ad un gioco su internet.
Gli inquirenti smentiscono categoricamente alcun tipo di collegamento con il caso Blue Whale.

«Si tratta di un dramma privato, legato a motivi esclusivamente familiari – commenta il dirigente dalla Squadra Mobile, Giuseppe Testaì – per quanto ci consta non ci sono elementi che comprovino simili ricostruzioni».


Tutte fantasie quindi?

A ritornare sull'argomento è il programma “Le Iene”, nel loro servizio viene intervistato un amico del ragazzo di Livorno, nella testimonianza dichiara che il giovane sta partecipando ad un gioco quando si è suicidato.
Ecco le precise parole :

– Sabato è arrivato a scuola normalmente, come sempre, no?! Alla prima ora ha chiesto di andare in bagno, quando è tornato mi ha detto che gli faceva male la pancia, gli ho alzato la maglietta per vedere cosa aveva fatto ed infatti aveva un taglio. C'era il sangue che tipo gli colava, tutto sui piedi. Non voleva che lo dicessi alla professoressa, allora l'ho aiutato a pulirsi un pochino e lui se n'è andato a casa alla seconda ora.

– Il taglio sembrava tipo...puntini tutti uniti, come se non fosse stato un coltello, erano puntini proprio uno attaccato all'altro (forse uno spillo un taglierino, qualcosa del genere).

– Lui mi diceva ogni tanto che andava a correre la notte. Mi diceva che si alzava per andare a correre, a volte non aveva sonno e quindi si alzava.

– Quel palazzo lo conoscono tutti a Livorno, perché essendo il più alto. Lui diceva che da la sopra c'era una bella vista. Quindi significa che c'era già andato se sapeva com'era la vista.

– Ho collegato tutto dopo l'incidente, dopo l'accaduto. Ne parlavo con altre persone, comunque altri bimbi della mia classe lo sapevano, che andava a correre la sera...che guardava film, che guardava film horror per tutta la sera.

– Ho fatto un po' di ricerche su internet e dice che era tipo un gioco online dove accedevi e ti davano un tutor. E questo tutor ti diceva piano piano cosa dovevi fare. Ogni giorno ti inviava delle regole che dovevi fare e seguire. Tutto questo per 50 giorni. Un'altra delle regole è filmarsi o farsi una foto mentre ti stai per buttare. Una delle regole era prima di buttarsi, stare sul bordo...E le telecamere del palazzo hanno registrato lui che si faceva un video nel momento in cui si buttava.

– Cioè sembra quasi come se lui non si volesse buttare, perché comunque noi lunedì avevamo un compito di latino, e si scherzava su questo, lui domenica sera mi chiese: <<Su cos'è il compito di domani di latino che mi metto a studiare?>>. Quindi...cioè alla fine ci ha pensato...se ha studiato, era perché non era sicuro di farlo, o non voleva, perché voleva venire al compito.


Effetto domino

L'attenzione mediatica verso il Blue Whale cresce e sembra coinvolgere sempre più ragazzi. Con un effetto domino, le segnalazioni si susseguono quasi ogni giorno. Si parla di gesti di autolesionismo e di partecipanti al gioco salvati agli ultimi step, prima del suicidio, ma ancora ad oggi le indagini sono in corso e non è accertata la presenza dei così detti "curatori", in questi casi.
Sicuramente i media fanno la loro parte per generare allarmismo e di conseguenza anche i ragazzi che seguono le notizie in tv o sul web si interessano al gioco e questo desta molta preoccupazione nelle associazioni dei genitori.


Il caso di Lucca

Il 24 maggio 2017 alcune ragazze sedicenni vengono salvate da un Carabiniere prima che riuscissero a trovare un curatore, una di queste abita nella lucchesia e l'atra sua amica in Val di Nievole. Si è incisa sul braccio la scritta <<f57>> e sta cercando disperatamente sul web di accedere al gioco, la ragazzina manifesta precedentemente solo qualche problema tipico degli adolescenti, senza alcun tipo di eccessi. Tutto però accade all'improvviso, cessa di frequentare la scuola, vive in pratica da reclusa nella sua abitazione, trascorre tutto il tempo al computer, dialoga soltanto con la sua compagna di classe residente a Montecatini.
Entrambe cercano nella rete ufficiale e nel deep web un curatore per iniziare a partecipare al gioco mortale, non riuscendo nel loro intento decidono di partecipare al Blue Whale in proprio sottoponendosi ad alcune prove che sono facilmente accessibili e pubblicate sia da quotidiani che da siti internet.

La giovane ragazza lucchese a questo punto si confida con un amico su WhatsApp dicendo <<Ho deciso di farla finita...>>, l'amico fiuta subito qualcosa di serio e corre a raccontare tutto ad un Carabiniere, amico di famiglia. Questi convoca la madre in caserma per spiegargli in pericolo in cui si trova la figlia.
Sotto le dichiarazioni del militare ad un quotidiano:

“La donna aveva notato strani segni sulle braccia della figlia, ma era convinta che fossero i graffi del gatto e successivamente è stato confermato che si trattava della scritta f57. Dopo aver letto un post su Facebook dell'amica, 'I am Whale' si è spaventata e ha chiesto spiegazioni alla figlia, togliendole il cellulare. Sull'apparecchio tra l'altro è spuntato fuori un messaggio vocale in cui si faceva riferimento all'insano proposito di farla finita. Allora siamo intervenuti, interrompendo in tempo questo gioco suicida per entrambe. Ora la sedicenne lucchese è aiutata costantemente anche da psicologi. La madre l'ha sempre seguita, ma purtroppo oggi non è facile sapere tutto degli adolescenti, ipnotizzati dalla rete.”

Questo caso risulta emblematico, nell'evoluzione del fenomeno in Italia.

 

Effetto Werther

Ci riferiamo, con il termine "effetto Werther" , a quel fenomeno per cui la notizia di un suicidio pubblicata da mezzi di comunicazione di massa provoca nella società una catena di altri suicidi. David Philips, famoso sociologo parla dell'effetto Werther in proposito della pubblicazione del libro “I dolori del giovane Werther” di Johann Wolfgang Goethe pubblicato nel 1774. Il protagonista del romanzo si suicida perché innamorato di una ragazza che poi si sposerà con un altro.
Negli anni seguenti alla pubblicazione del romanzo si sono susseguiti molti casi di suicidi tra i giovani che l'hanno letto. L'effetto si ripropose anche nei paesi nei quali vennero pubblicate traduzioni del libro.

« Il problema dei suicidi per imitazione è tuttavia riemerso con prepotenza negli Stati Uniti a partire dall'inizio degli anni sessanta. All'indomani del suicidio di Marilyn Monroe si è notato infatti nella città di Los Angeles un netto incremento di suicidi, a causa della tragicità della notizia. (...) Lo stesso fenomeno si determinava anche quando i notiziari o gli speciali delle reti televisive riferivano di casi di suicidi di adolescenti. »

(G. Gili, La violenza televisiva, Carocci, Roma, 2006, p. 140, ISBN 88-430-3707-2)

Fu infatti registrato un dato certo riguardo all'incremento del 40% dei suicidi a Los Angeles nel mese successivo al suicidio dell'attrice Marilyn Monroe. Dopo il suicidio dello scrittore Hemingway non si registrò un dato analogo, ma lo psichiatra americano Jerome A. Motto sottolineò l'importanza, nel verificarsi dell'effetto Werther, non solo del modo in cui la notizia è presentata al pubblico dai mezzi di informazione, ma anche dell'identificazione con il suicida.

Il caso Blue Whale potrebbe avere una spiegazione sociologica e psicologica molto più profonda della presenza di un curatore, potrebbe essere un gesto imitativo e non un gesto imposto da terzi. Questa possibilità lo renderebbe ancor più pericoloso.


I dati ufficiali sui suicidi in Russia

E' il 2013 quando viene pubblicata questa notizia ufficiale in relazione ai suicidi di adolescenti in Russia:

Il Servizio federale di protezione dei consumatori ha riferito che la Russia ha superato l’Europa in termini di suicidi nella fascia d’età adolescenziale. Negli ultimi anni, il numero di suicidi e tentativi di suicidio tra i bambini è salito del 35-37 per cento. Tra il 1990 e il 2010, il numero di suicidi registrati da adolescenti in Russia ammontano a 800.000 casi.
I dati ufficiali indicano che 1.379 maschi e 369 femmine di età compresa tra 15-19 si sono suicidati nel 2009. Il numero totale di adolescenti suicidi di quell’anno, sono stati 260, aumentati del 20 per cento dall’anno precedente. I numero di suicidi tra gli adolescenti in Russia è stimato a 19-20, per ogni 100.000 – tre volte superiore rispetto alla media mondiale.

E’ fuori dubbio il ruolo crescente delle tecnologie di Internet e della comunicazione per diffondere le tendenze suicide tra gli adolescenti, citando un numero crescente di suicidi di gruppo. Queste statistiche riferite ai suicidi, soprattutto tra i bambini, condizionate in parte dalla diffusione di informazioni a mezzo Internet, solleva il problema di adottare misure preventive per tutelare gli adolescenti.

Questo articolo già individua il problema dei suicidi di adolescenti nel 2013 e i dati che ne susseguono negli anni successivi non cambiano anche con l'arrivo del Blue Whale. Si tratta quindi di un fenomeno che si è già manifestato negli anni e che non ha avuto picchi in questo ultimo periodo, anzi addirittura negli ultimi anni è stato visualizzata una piccola attenuazione, ma molto, molto lieve.

Proprio per la quantità di suicidi adolescenziali presenti, la Russia è diventata terreno fertile per il fenomeno Blue Whale, tanto che è possibile si siano generati imitatori, proprio tramite l'effetto Werther, un dato importante indica che il 62% dei suicidi giovanili avvengono per conflitti con membri della famiglia, amici, insegnanti, insofferenza all’indifferenza altrui o paura di violenza da parte degli adulti.


In conclusione

Ad oggi l'attenzione mediatica verso il caso Blue Whale sta piano piano scemando per fortuna, fino ad adesso nessuno dei curatori è stato arrestato o indagato, ma le aperture dei fascicoli delle varie procure che si sono interessate, sono per reati istigazione al suicidio verso ignoti.
Forse per molte persone è più facile pensare a dei malvagi curatori che istigano alla morte i propri figli piuttosto che ad un disagio adolescenziale dovuto a depressione, molto più difficile da giustificare ed affrontare.


MISTERI DI LUCCA