• Demo
    "Eliminato l'impossibile, ciò che resta, per improbabile che sia, deve essere la verità."

    Sherlock Holmes

  • Demo
    "Ogni uomo è un criminale senza saperlo."

    Albert Camus

  • Demo
    "È un errore enorme teorizzare a vuoto. Senza accorgersene, si comincia a deformare i fatti per adattarli alle teorie, anziché il viceversa."

    Sherlock Holmes

  • Demo
    "Ogni cosa deve essere considerata in relazione al contesto, alle parole o ai fatti."

    William Withey Gull.

  • Demo
    "Io l'ho visto. Con gli occhi della mente si vedono molte più cose di quel che non si veda con gli occhi del corpo. Basta appoggiarsi indietro, nella poltrona, e chiudere gli occhi..."

    Hercule Poirot

  • Demo
    "A giudicare per induzione e senza la necessaria congiunzione dei fatti, si fa alle volte gran torto anche ai birbanti.

    Alessandro Manzoni

  • Demo
    "Sono proprio le soluzioni più semplici quelle che in genere vengono trascurate."

    Sherlock Holmes

  • Demo
    "Abbastanza spesso il criminale non è all’altezza della sua azione: egli la immeschinisce e la calunnia."

    Friedrich Nietzsche

  • Demo
    "Non è vero che i criminali siano uomini di intelligenza limitata; probabilmente, anzi, è vero il contrario."

    Michael Crichton

  • Demo
    "Quella dell'investigazione è, o dovrebbe essere, una scienza esatta e andrebbe quindi trattata in maniera fredda e distaccata."

    Sherlock Holmes

  • Demo
    "Uccidere è un crimine. Tutti gli assassini vengono puniti, a meno che uccidano in gran numero di persone e al suono delle trombe."

    Voltaire

  • Demo
    "È un errore confondere ciò che è strano con ciò che è misterioso. Spesso, il delitto più banale è il più incomprensibile proprio perché non presenta aspetti insoliti o particolari, da cui si possono trarre delle deduzioni.."

    Sherlock Holmes

  • Demo
    Non bisogna dire che un atto offende la coscienza comune perché è criminale, ma che è criminale perché offende la coscienza comune."

    Émile Durkheim

  • Demo
    "Fanno meno danno cento delinquenti che un cattivo giudice."

    Francisco de Quevedos

  • Demo
    "La vita non è altro che una lotta tra l’essere il criminale piuttosto che la vittima."

    Bertrand Russell

  • Demo
    "Il vero significato del crimine risiede nel suo essere un’infrazione alla fiducia della comunità del genere umano..."

    joseph Conrad

  • Demo
    Per prevalere, il crimine uccide l’innocenza e l’innocenza si dibatte con tutte le forze nelle mani del crimine."

    Maximilien de Robespierre

  • Demo
    "Per comprendere certi delitti basta conoscere le vittime."

    Oscar Wilde

  • Demo
    "Gli elementi che portano a risolvere i delitti che si presentano con carattere di mistero o di gratuità sono la confidenza diciamo professionale, la delazione anonima, il caso. E un po', soltanto un po', l'acutezza degli inquirenti."

    Oscar Wilde

Misteri internazionali: Serial killer a Hwaseong

Memories of Murder

Nel mentre ho iniziato questo lavoro di revisione dei delitti avvenuti nel paesino coreano di Hwaseong, il caso era considerato un mistero irrisolvibile sul quale numerosi investigatori avevano tentato di far luce, ma si erano scontrati con la dura realtà di una sciarada senza soluzione, un po' come è successo per il serial killer Zodiac statunitense o il Mostro di Firenze italiano. Il caso di cronaca nera che ha investito la Corea del Sud a cavallo tra gli anni '80 e '90, ha ottenuto una rilevanza internazionale grazie ad alcune pellicole che hanno varcato confini e hanno avuto riscontro di pubblico e critica anche in occidente.

Il film più famoso che racconta i tragici fatti avvenuti a Hwaseong è certamente "Memories of Murder" del regista premio oscar Bong Joon-ho del 2003. Il lungometraggio è approdato nella nostra penisola nel 2007 e ha attenuto il riconoscimento del pubblico al Torino film Festival, la pellicola è stata poi riproposta al cinema nel 2020 dopo il successe ottenuto dallo stesso regista, Bong Joon-ho con "Parasite".

memorie di un assassino banner

Da sempre affascinato dai misteri di cronaca nera internazionale, inizio a muovere i primi passi nella vicenda che prende il via nel 1986 con gli omicidi di varie donne, che si interrompono nel 1991 senza più riprendere. Un killer spietato con un modus operandi ben delineato che ha commesso almeno 9 dei 10 omicidi avvenuti a Hwaseong, le forze dell'ordine hanno una sola certezza, che si tratta della solita mano. Inizio il mio articolo cercando le fonti da molti siti e blog coreani, aiutandomi con traduzioni digitali e improvvisate, arricchendo la storia con dei contenuti di alcuni conoscenti che abitano in Corea. La ricerca mi avrebbe portato via molto tempo, mi è stato subito chiaro, se il materiale in lingua italiana e inglese scarseggiava, nei siti coreani e cinesi le fonti erano numerose e con le difficoltà di traduzione avrei dovuto separe le tesi e ipotesi dei vari blogger, dai dati reali di polizia giudiziaria. Nel mentre raccoglievo il materiale e revisionavo piano piano ogni delitto, mi accorgevo che gli inquirenti coreani avevano conservato molte prove e testimonianze dei vari delitti che, con le nuove teconologie avrebbero potuto dare delle risposte. Non ero il solo infatti ad aver riaperto i fascicoli delle donne uccise a Hwaseong, la pagina coreana di Wikipedia che parla dei delitti veniva puntualmente aggiornata e a luglio 2019 la polizia richiede l'accesso ad alcuni elementi di prova. La richiesta è chiara, devono controllare la compatibilità del Dna di un sospettato con alcuni oggetti rinvenuti sui luoghi dei vari delitti. Nel mentre inzio a scrivere, le richieste di accesso agli atti si susseguono, a settembre ho finalmente concluso l'articolo e la magistratura coreana dichiara che una persona sospetta dei vari delitti è risultata compatibile con il Dna ritrovato sulle scene del crimine. Passano alcuni giorni e il suo nome viene diffuso alle stampe. Il sospettato è in carcere per un altro delitto e a questo punto non mi resta che riprendere in mano l'articolo appena concluso e iniziare nuove ricerche su questo sospettato. Incrocio date dei delitti e dichirazioni rilasciate dal presunto colpevole, controllo le distanze tra i luoghi in cui sono avvenuti gli omicidi e dove abita il sospettato, guardo le linee degli autobus, lo metto in confronto con i vari identikit. Il 2 ottobre 2019 la polizia coreana annuncia che Lee Choon-jae ha confessato di aver commesso i delitti di Hwaseong. Ho concluso l'articolo aggiungendo 

La città di Hwaseong

Hwaseong è una città rurale che fa parte della regione del Gyeonggi della Corea del sud, ad oggi conta 500.000 abitanti (2010).

Primo delitto

Lee Wan-im (71 anni) abita a casa del marito a Hwa-ri, Taewan-eup.
Alle  17.00 circa del 15 settembre 1986 lascia l'abitazione della figlia dopo aver finito di mangiare, ma non ritornerà mai a casa propria. Il suo corpo viene rinvenuto il 19 settembre verso le 14.00, a 10 minuti di distanza dalla sua abitazione. Al tempo l'autobus non raggiunge la località precisa dove abita la donna, quindi con tutta probabilità dopo essere scesa dal mezzo di trasporto,  ha proseguito la strada a piedi. Il killer l'ha trascianta dalla strada, verso l'aperta campagna, in un luogo più sicuro.
La vittima è stata strangolata con le proprie calze da tergo, non sono state rilevate impronte e tracce sulla scena del crimine, le sole orme rinvenute appartengono alla vittima.

1o caso
Il National Institute of Scientific Investigation ha analizzato gli indizi rinvenuti sulla scena del crimine, viene isolato dello sperma, ma non si conosce il luogo preciso del ritrovamento, con tutta probabilità è stato rinvenuto sull'erba circostante il cadavere. Si sottolinea che, nella vagina della vittima non è presente ne sperma ne segni di violenza sessuale. Assieme allo sperma, vengono isolati anche alcuni capelli o peli appartenenti all'assasino.
La polizia ha affrontato il caso effettuando indagini tradizionali e ricercando moventi tipici.

1o caso11o caso2

Secondo delitto

Il 20 ottobre 1986 viene uccisa Park Hyun Sook-yang (25 anni), residente a Sinjeong-dong, nella città di Songta, su di lei sappiamo che è una ragazza che non passa inosservata per la sua bellezza. E' fidanzata, o comunque ha una relazione sentimentale con un uomo. Quando esce da casa propria alle 20.50, è vestita bene, una camicetta e una gonna.
Percorre la strada in direzione della fermata dell'autobus seguendo per un chilometro un piccolo corso d'acqua. Il tempo è nuvoloso sta per piovere e si precipita a prendere l'autobus per Songtan.

2o caso

Il suo cadavere viene rinvenuto tre giorni dopo, all'interno di un piccolo canale agricolo, dove può entrare una sola persona.

2o caso1

Il corpo della ragazza è completamente nudo, sul petto ci sono segni di numerose ferite che possono sembrare pugnalate ma non ne è specificata l'origine, potrebbero essere anche segni di strusciamento.
Altri segni sono presenti sulla schiena della vittima, secondo le forze dell'ordine la ragazza ha subito violenza sessuale, sono recuperate tracce di sperma, ma purtroppo l'analisi del sangue non da risultato per il degrado subito nell'arco di tempo. Alcuni mozziconi di sigaretta e dei peli, vengono evidenziati e raccolti sulla scena del crimine, non se ne conosce le origini ne è possibile attribuire questi reperti all'assassino. Tuttavia la loro analisi ha dato esito positivo fornendo in tutti i casi un gruppo sanguignio di tipo “B”.
Le calze della vittima sono rinvenute avvolte intorno al collo, la ragazza è stata strangolata da tergo dall'assassino che ha utilizzato le calze della vittima.

2o caso2

Park Hyun Sook Yang aveva un ammiratore che venne sospettato del delitto, ma la pista non ha portato a nessun risultato.

Terzo delitto

Il giorno 12 dicembre 1986 alle ore 18.00 circa Kwon Jung-bon (25 anni) dopo aver lavorato in fabbrica incontra il marito, Kim, alla fermata dell'autobus per Suryu-dong, lui la consiglia di tornare in fretta a casa (con tutta probabilità in apprensione per i delitti precedenti), sono le  22.30.
La corriera lascia la donna vicino alla sua abitazione, in un incrocio a tre vie, la distanza tra la fermata dell'autobus e la casa della donna è di appena 100m, l'assassino la colpisce in questo tratto di strada.
Il cadavere di Kwon Jung-bon viene rinvenuto 4 mesi dopo, il 23 aprile 1987 dal proprietario di una risaia, si trova a meno di 50m da casa propria.
Le mani sono legate dietro la schiena, le calze, la cintura e le mutandine sono rimosse, la cintola è usata dall'assassino per impedirle di urlare, stringendole la bocca, la ragazza è stata strangolata con le proprie calze. L'assassino dopo l'omicidio occulta il cadavere sotto alcuni sacchi di sabbia. Al ritrovamento, la bocca è imbavagliata da calze e cintura, le mutandine sono insanguinate e le coprono il viso, il corpo si trova in così pessime condizioni che ha complicato l'autopsia.

3o caso13o caso2

3o caso

Quarto delitto

Il giorno 14 dicembre 1986, una domenica, Lee Gyo-sook (Lee Kye-sook, 23 anni) dopo aver terminato il lavoro mattutino a Hwa-ri a Taean-eup viene vista a Suwon City nel tardo pomeriggio. Ha rotto con suo marito e ha preso l'autobus cittadino. Pensa di alloggiare nel dormitorio comune del villaggio, scende all'ultima fermata a Jungnam-myeon, ma non giunge mai a destinazione.
Un ufficiale della polizia interroga l'autista dell'autobus di quella sera, scopre che la ragazza è stata vista scendere dal mezzo alle 23 di sera a Jungnam-myeon. A seguito della testimonianza dell'autista scattano le ricerche della donna scomparsa nell'area dell'ultimo avvistamento. Il 21 dicembre, una settimana dopo, il cadavere della ragazza viene rinvenuto verso le 12:30. Il corpo è coperto da alcuni scavi sulle rive del Gwanhangcheon.

4o caso

L'ispezione esterna del cadavere rivela che le mani della donna sono state legate con la camicetta e la cintura. Le calze vengono ritrovate strette intorno al collo e sono l'arma con cui è stata strangolata, indossa anche altri indumenti a coprirgli il collo (difficile capire quali). Sulla scena del crimine viene individuato un ombrello appartenente alla vittima, il manico dell'ombrello presenta tracce di sangue ad indicare uno spostamento di quest'ultimo da parte dell'assassino.

Il corpo della vittima e alcuni oggetti rinvenuti sul luogo del delitto sono spediti al National Institute of Scientific Investigation che evidenziano tracce di sperma di tipo “B” su un fazzolettino e anche peli o capelli sempre di tipo “B”.

4o caso1

Il giorno di questo delitto pioveva e la ragazza indossava intimo di colore rosso, secondo il film “Memories of Murder” del regista Bong Joon-ho, ispirato ai delitti di Whaseong, l'assassino uccide sempre nei giorni di pioggia vittime che hanno indumenti rossi. Nella realtà solo due vittime sono state uccise in giorni di pioggia e solo la quarta indossava vestiti rossi.

 4o caso3  4o caso2

Quinto delitto

Sabato 10 gennaio 1987 sparisce la diciannovenne Hong Jin-young, appena laureata, in cerca di lavoro. Ha fretta nella ricerca dell'impiego, perché ha delle responsabilità riguardo alla propria famiglia. Lo stesso giorno della scomparsa consegna alcuni curriculum, poi incontra un amico vicino alla porta nord di Suwon-si, alle  20.30 viene notata prendere l'autobus per Taean-eup. Una volta scesi a Taean-eup per raggiungere la fermata che porta a Banjeong-ri (posta sul confine tra Jinan-ri e Taean-eup), ci vogliono 20 minuti se si utilizza la scorciatoia che passa da Seryu-dong, è ipotizzabile che Hong Jin-young sia giunta alla fermata alle ore 20.50.

La donna viene aggredita dall'assassino nella zona di Hwanggye-ri (oggi chiamata Hwasan-dong), in aperta campagna, il killer si nasconde all'interno di una balla di paglia, non lontano dalla strada e la assale alle spalle.

5o caso1

Il corpo viene individuato la mattina successiva (10 gennaio 1987) dal proprietario del campo, che avverte immediatamente la polizia. Dall'ispezione esterna del cadavere si nota che la vittima ha entrambe le mani legate con il proprio reggiseno ed una sciarpa o scialle, avvolta intorno al collo, l'arma del delitto con la quale è stata strangolata Hong Jin-young.
Il corpo è insolitamente (rispetto alle altre vittime) vestito, ma alcuni brandelli sono notati sulla scena del crimine. I brandelli di vestiti e dei capelli vengono inviati al National Institute of Scientific Investigation. Tracce di sperma sono individuate su di un pezzo di stoffa, ma anche nella vagina della vittima.

La giovane Hong Jin-young proveniva da una famiglia modesta, il padre era impiegato nel settore dell'edilizia, la madre lavorava in fabbrica per aiutare il marito.

5o caso

Sesto delitto

Nell'aprile del 1987 viene individuato il corpo della terza vittima, Kwon Jung-bon e la popolazione di Hwaseong cala nel panico, sopratutto le donne, escono di rado e in molte non vogliono farlo a tarda notte.
Sabato 2 maggio 1987 è una notte di forti piogge a Jinan-dong (pochi km da Hwaseong), Park Eun-ju (29 anni), casalinga, sta aspettando il marito a casa propria. Sono le 21.00, la donna osserva dalla finestra e si accorge che l'intensità della pioggia è aumentata e il marito deve rincasare dal lavoro senza nemmeno un ombrello. Decide di andargli incontro alla fermata dell'autobus con un ombrello in mano, indossa una felpa blu e una camicetta, viene notata alla fermata alle 21.30.

Ma il marito non arriva, continua ad aspettare fino alle 22.00 dicono testimoni. Il marito prende l'autobus da Suwon intorno alle 22.30 per rientrare a casa, ha fatto gli straordinari quella sera, giunge alla fermata di casa alle 23.00, dopo si ferma a bere un drink nel quartiere. Quando rientra la moglie però a casa non c'è, non si preoccupa inizialmente, ma il giorno successivo non è ancora rientrata, ed a quel punto si accorge che qualcosa non va. Prova a contattare conoscenti e amici, la cerca ovunque, due giorni dopo la scomparsa fa denuncia alle forze dell'ordine. Le prime indagini portano ad un ritrovamento, i sandali della donna vengono rinvenuti dal proprietario di una risaia, ubicata sotto la fermata dell'autobus.

6o caso2

Il 9 maggio, una settimana dopo la scoparsa di Park Eun-ju, viene individuato il suo cadavere sotto una catasta di potatura di pino, solo a 200m dall'abitazione della donna.
Il cadavere della Park viene ritrovato con entrambe le mani legate dietro la schiena, la parte superiore del corpo è completamente nuda, camicetta e reggiseno sono avvolti intorno al collo, i pantaloni della tuta sono stati rimessi. E' stata soffocata e apparentemente sembra che il soffocamento sia stato provocato dal legname sopra la quale era stata seppellita.

6o caso

Viene rinvenuta sul terreno un'impronta di una misura di 234mm, accanto a due ombrelli viene trovata la felpa blu della ragazza e le mutandine.

6o caso1

Dalla maglietta indossata dalla vittima, viene isolato del DNA, le analisi confermano che si tratta di sudore del gruppo sanguinio di tipo “A”.
Ciò manda in confusione le indagini, il delitto potrebbe non essere legato alla serialità e l'autore è possibile che non sia la stessa persona. Se ne possono apprezzare le differenze rispetto agli altri delitti, la bocca della vittima non è imbavagliata, lo strangolamento non è avvenuto con gli indumenti, i pantaloni sono stati rimessi, apparentemente non sembra ci sia stata violenza sessuale, manca la cintura a coprirle il viso, solo la parte superiore del corpo è nuda. E' vero, viene isolato un gruppo sanguigno differente rispetto agli altri delitti, ma il marito della vittima aveva gruppo sanguigno di tipo “A”.

Settimo delitto

Il giorno 7 settembre 1988, la Corea del Sud è alla vigilia dell'apertura delle Olimpiadi che si terranno a Seul. Ahn Gi-soon, 54 anni, quel giorno sta aiutando il figlio maggiore al negozio di alimentari dove lavora, si trova a Suwon.
Alle 20.40 viene avvistata nel mentre prende un autobus da Suwon per Paltan-myeon, Hwaseong, Gyeonggi. Il viaggio attualmente ha un tempo di percorrenza in autobus di 1 ora e 7 minuti, approssimativamente prendiamo per buono questo dato per calcolare all'incirca l'orario di aggressione della settima vittima che stabiliamo intorno alle 21.45 circa.
L'assassino attende il passaggio di una donna sola nei pressi della fermata dell'autobus, nel momento in cui vede Ahn Gi-soon, l'aggredisce e segue il medesimo modus operandi degli altri delitti, la trascina lontano dalla strada su una piccola collina sotto un pioppo, il suo cadavere viene rinvenuto in quella zona il giorno successivo. Il marito di Ahn non la vede rincasare e l'aspetta alzato tutta la notte, senza riuscire a prendere sonno. Alle prime luci dell'alba decide di andarla a cercare, passa dalla fermata dell'autobus assieme al cugino e individua il cadavere della moglie a pochi metri da un bosco.

7o caso

Al corpo di Ahn è stata rimossa la giacca, le mani legate dietro la schiena con la giacca che indossava (anche se dalle foto non sembrebbe n.d.a.), i calzini le sono stati rinvenuti in bocca per soffocare eventuali grida, è morta per strangolamento meccanico effettuato da tergo con uno scialle che la stessa donna indossava.

In sede di ispezione cadaverica all'interno della vagina della vittima vengono rinvenuti nove pezzi di pesca, equivalenti a due pesche, tagliate con un coltello, da altre fonti i pezzi di pesca sono stati abbandonati sulla scena del crimine, con tutta probabilità si tratta di un'incomapatibilità nelle traduzioni dai siti coreani. Sembra comunque pacifico (nonostante i dubbi delle fonti) che si tratta di oggetti appartenuti all'assassino, forse tagliati in attesa della vittima. Appare per la prima volta la possibilità che l'assassino sia in possesso di un'arma bianca (il coltello con cui ha tagliato le pesche) e molto probabilmente lo utilizza per minacciare le vittime prima di legarle.

7o caso2

La donna è stata violentata e viene rinvenuto dello sperma appartenente al gruppo sanguigno “B”. Secondo gli investigatori il nodo realizzato per legare le mani della vittima, è molto simile a quello riscontrato in altri delitti, inoltre altri elementi erano comuni con il quarto omicidio.

Testimonianza di un agente sulla scena del crimine del settimo delitto

“Cercando nel zona, ho trovato qualcosa di strano nell'erba vicina. Intorno al corpo l'erba era sempre dritta, mentre solo da un lato i fili d'erba erano piegati, tanto da sembrare che qualcuno fosse passato da li. Quando, mi sono avvicinato e ho osservato ottentamente, era ovvio che qualcuno era passato tra l'erba alta”.

wh62

“Per prima cosa ho chiesto agli altri investigatori e alle persone vicine se erano passati da lì. Tutti hanno scosso la testa. Nessuno era passato da li. In quel momento, mi sono spostato in avanti, seguendo la scia di erba sdraiata come se fossi attratto da qualcosa. L'erba era carica di rugiada, ho camminato nel prato per circa 400m, i pantaloni che indossavo erano già completamente bagnati sotto al ginocchio e anche le scarpe. Lungo il passaggio percorso ho notato che l'erba era caduta da entrambi i lati nello stesso modo in cui era quella che si allontanava dal cadavere. Non è stato difficile dedurre che l'assassino allontanandosi dal luogo del delitto abbia calpestato l'erba creando un passaggio. Dopo aver ucciso Ahn il killer è passato dal prato calpestando l'erba nonostante vi fosse una fermata poco lontano da li a 200m, ha scelto di allontanarsi e andare alla fermata successiva per Suwon”.

Se si calcola il tempo degli spostamenti della vittima fino al luogo del delitto, possiamo tranquillamente dire che l'assassino raggiunge la fermata dell'autobus alle 21.30. Il tempo dell'esecuzione del delitto viene calcolato in 20-30 minuti, possiamo essere certi che l'assassino ha raggiunto la fermata per Suwon alle ore 22.00, non prima. A questo punto è possibile che sia salito sull'autobus successivo. In cerca di testimoni la polizia si concentra sugli autisti dell'autobus.

“Recandosi al terminal dei bus ho individuato il mezzo che è passato da quella fermata dopo le ore 22.00 era condotto dal signor Kang Won-Tae, era il 30 settembre”.

7o caso1
settimo caso autobus

Testimonianza kang Won- Tae

“Intorno alle ore 20.50 del 7 settembre 1988 l'autobus che conducevo aveva al suo interno 8-9 passeggeri, partiva dal terminal degli autobus situato a Balan-eup. Quando passai dalla fermata che dista 4-500m dal luogo del delitto, sul lato della risaia, ho notato un uomo che alzava la mano in segno di richiesta di fermata. Nella mano sinistra teneva in mano dei vestiti, era di giovane età, salì sull'autobus e si mise a sedere dietro ad un posto vuoto. La persona individuata aveva un'apparente età di 25-27 anni, erano le ore 22-22.10 (il mezzo ha percorso 2km dalla partenza n.d.a.)”.

Kang Won-Tae riconosce alcune caratteristiche importanti del personaggio individuato a quell'ora, caratteristiche significative che vengono confermate anche da un altro passeggero del bus, la signora Gui-Yang.

Il motivo per cui l'autista dell'autobus si ricorda perfettamente di questa persona, è perché ha avuto un litigio con lui. Non appena si siede sul sedile l'uomo mette il piede sinistro sul cofano accanto al sedile del conducente. Kang Won-Tae dice di togliere immediatamente il piede da li. In quel momento si accorge che le scarpe dell'uomo sono bagnate, ma anche i pantaloni lo sono, fino all'altezza delle ginocchia (come successo a chi ha attraversato il prato d'erba). L'uomo toglie il piede dal cofano e chiede in prestito una sigaretta a Kang Won-Tae, la mette in bocca senza accenderla, l'autista a quel punto nota una piccola cicatrice sul dito indice della mano destra.

“Ho visto anche quello che a me pareva un tatuaggio di un punto sul polso della mano sinistra, aveva anche un'orologio delle dimensioni di una castagna”, dice sicuro Kang Won-Tae. L'uomo raggiunge il terminal degli autobus della scuola superiore, scende praticamente all'ultima fermata che dista poco più di un chilometro dal delitto avvenuto il 14 dicembre 1987.

03141965 20060401

La descrizione dell'uomo fatta da Kang Won-Tae viene raccolta dagli investigatori che prepararono un identikit che viene distribuito in tutto il paese.

Ottavo delitto

Per 14 mesi non avviene nessun altro delitto a Hwaseong che potrebbe essere attribuito al serial killer, in molti pensano, che Kim Mi-Jung sia la sua ultima vittima.  La vita nella zona piano piano ricomincia a tornare alla normalità. Certo le persone ancora non si azzardano ad uscire da sole la sera, le donne rientrano velocemente a casa dopo il tramonto e la poliza è ancora intenta a pattugliare le aree sensibili, ma la calma è destinata a finire presto.

Il 15 novembre 1990 Park Sang-hee di 14 anni, abitante a Neung-ri, Taean-eup, Hwaseong-gun, non rientra a casa, la famiglia spaventata attende fino alle  20, contattano i compagni di scuola ma non sono in grado di fornire informazioni utili. Alle 21 il padre della bambina scomparsa chiama i suoi fratelli sollecitandoli ad arrivare prima possibile, si mettono alla ricerca della figlia dopo la mezzanotte. Uno degli zii raggiunge la zona che oggi viene chiamata Jinan-dong, è già la mattina del 16 novembre, è li che si imbatte nel corpo della nipote. La zona è stata tenuta sotto stretta sorveglianza dalla polizia, ma il posto di guardia monta soltanto la notte e il delitto non può che essere avvenuto durante il pomeriggio, dopo l'uscita dalla scuola.

2648E74C54125AFB21

Il corpo di Kim Mi-Jung è legato mani e piedi con le calze nere che indossava, la bocca imbavagliata con il reggiseno e delle foglie, la parte superiore del corpo è nudo, indossa ancora le mutandine bianche ma non la gonna, la giovane è stata strangolata da tergo con la camicetta. Gli agenti della scentifica vengono prontamente avvisati e si recano sul posto in maniera tempestiva, rinvengono tracce di sperma sulla parte superiore dei calzini e sono evidenziati almeno 40 peli, di cui uno di colore bianco.

Il giorno successivo viene effettuata l'autopsia sul cadavere, il torace presenta alcuni tagli (forse dovuti al trascinamento e alla colluttazione?), nella vagina viene rinvenuto un cucchiaio, una forchette, una penne a sfera, una lima.

Dall'esame del contenuto gastrico sono notate tracce di Japcha (piatto agrodolce a base di spaghetti di soia e verdure saltate in padella, tipico piatto coreano). La digestione non è ancora completa e l'assunzione viene indicata all'incirca a due ore dalla morte. Il Japcha è stato preparato la mattina da Ahn Gi-soon per tutta la famiglia per festeggiare il compleanno di uno dei membri e parte di questo è stato portato a scuola per un pranzo con i propri compagni. Queste determinazioni presentano delle lacune e le fonti non aiutano a risolverle, secondo altri risultati a pranzo con gli amici la giovane ha mangiato della carne, ritrovata quasi completamente digerita, al contrario della pasta che si presenta parzialmente interessata dagli acidi dello stomaco. La vittima sembra che abbia mangiato alle ore 19 (non si capisce in che modo le indagini siano giunti a questa determinazione), sulla scatola utilizzata per la merenda sono rinvenute delle impronte digitali (purtroppo non sappiamo niente di più dei risultati). La presenza di numerose tracce intorno al cadavere permettono di effettuare numerosi test ed accertare con precisione il gruppo sanguinio dell'assassino che come il altri delitti corrisponde al gruppo “B”.

8o caso1

Dalle ulteriori indagini della polizia si viene a sapere che la ragazza lascia la scuola intorno alle ore 17 e che si saluta il suo compagno di classe Lee Mo-myean di fronte alla scuola di Byeongjeam.

Nono delitto

L'ultimo delitto attribuibile a questo serial killer avviene il 4 aprile 1991, la vittima Kwon Soon-sang di 69 anni, viene dichiarata scomparsa la sera precedente quando non rientra a casa dopo aver preso l'autobus. Si tratta di una signora che abita Dongtan una cittadina abbastanza lontana da Taean-eup, dove sono avvenuti la maggior parte dei delitti, per questo la zona non è stata sottoposta all'attenta vigilanza della polizia. La mattina successiva il corpo della donna viene rivenuto a Dongtan-myeon, sulla collina di Bansong-ri (ora chiamata Dongtan 1-dong). Le modalità del delitto ricordano quelli precedenti, la vittima è stata immobilizzata, un calzino viene rinvenuto in bocca per soffocarne le grida e risultano tracce di violenza sessuale, dalla scentifica viegono isolate tracce di sperma.

9o caso

Cooling off

  • 1-2: 14 settembre 1986 – 20 ottobre 1986: 36 giorni – strangolamento manuale
  • 2-3: 20 ottobre 1986 – 12 dicembre 1986: 53 giorni – strangolamento manuale
  • 3-4 : 12 dicembre 1986 – 14 dicembre 1986: 2 giorni – strangolamento tramite calze, altri rituali prima non presenti. Entrambe le mani sono legate dalla camicetta, mutandine in testa, cintura ad imbavagliarle la bocca
  • 4-5: 12 dicembre – 10 gennaio 1987: 28 giorni – strangolamento tramite calze, mani legate dalla camicetta, cintura in bocca, viso coperto.
  • 5-6: 10 gennaio 1987 – 2 maggio 1987: 109 giorni – strangolamento con uno scialle che indossa la vittima, entrambe le mani legate dal reggiseno, imbavagliata con i calzini in bocca.
  • 6-7: 2 maggio 1987 – 7 settembre 1988: 470 giorni – strangolamento tramite indumenti
  • 7-8: 7 settembre 1988 - 15 novembre 1990: 779 giorni – strangolamento tramite indumenti
  • 8-9: 15 novembre 1990 - 4 aprile 1991: 167 giorni – strangolamento tramite indumenti.

Come si nota il cooling off ha dei periodi più brevi nei primi delitti, forse dovuti all'eccitazione del serial killer, mentre nella parte finale, quando le indagini della polizia si fanno più serrate, i tempi si allungano notevolemente.

Testimonianze importanti

Le indagini come abbiamo già visto, sono partite in ritardo, nei primi tre casi, nonostante la vicinanza geografica e temporale degli omicidi, le forze dell'ordine hanno proseguito con le indagini tradizionali e i moventi tipici. Solo dopo il terzo delitto (o tra il terzo e il quarto) viene creata una task force per catturare il killer. Purtroppo nonostante ciò, le indagini sono approssimative e inconcludenti, non solo per le abilità dell'assassino.

Ma come è possibile che in un paesino piccolo e in un area molto limitata, nessuno abbia visto nulla?

Qualche testimone che potrebbe aver incrociato il serial killer esiste:

Kim  45 anni, dice di aver incrociato il killer nella notte del 30 novembre 1986 alle ore 21.00, ma essere riuscita a fuggire. La persona descritta è alta 1.60-1.70 cm e un'appartente età di 25-30 anni.

La donna si sta recando alla chiesa (la zona di Hwasegon è per la maggior parte di religione cattolica), situata a circa 400m dalla sua abitazione. Proprio nel mentre sta camminando in una risaia sente qualcosa alle sue spalle, si volta d'istinto e proprio in quel momento un uomo le avvolge il braccio intorno al collo di spalle e la trascina nel campo di riso. La minaccia con un coltello e la vittima sottostà al volere del suo assalitore, che la fa spogliare, le toglie cintura e mutandine, la imbavaglia per non farla urlare le tappa gli occhi in modo da non essere visto. In questa situazione la donna dice che anche se non ci fosse stata la cintura a coprirle in viso, con tutta probabilità non sarebbe riuscita a vederlo in volto per la troppa oscurità. Kim, legata e imbavagliata subisce violenza sessuale, se si agita o mormora, l'aggressore la minaccia con il coltello. Alla fine della violenza, l'uomo minaccia nuovamente di ucciderla, dice di consegnarli i soldi, la donna non alza la testa da terra e dice che dei soldi sono contenuti nella borsetta, la raggiunge e la lancia sulla strada. L'aggressore insulta la donna e bestemmia e si dirige verso la strada per recuperare la borsetta, la donna a quel punto ha il tempo di alzarsi e inizia a corre in direzione opposta all'assalitore, riuscendo a fuggire.

Se colui che ha aggredito Kim è il vero serial killer di Hwaseong allora possiamo raggiungere a certe conclusioni:

  • Si tratta di un uomo solo che agisce senza l'aiuto di nessun altro;

  • Per far spogliare le vittime le minaccia con un coltello;

  • Le aspetta nascosto e le aggredisce di sorpresa trascinandole in luoghi più appartati;

  • Sceglie il luogo (campo di riso) non la vittima;

  • E' interessato al denaro o se non al denaro a qualche cosa che si può trovare all'interno della borsa. Occorre soffermarci un po' di più su questo punto. La richiesta di denaro giunge un po' inaspettata dopo la violenza sessuale, tuttavia non ci sono giunte informazione sulla possibilità che l'assassino anche in altre situazioni si sia appropriato dei soldi delle vittime. In tal caso il movente economico è da escludere ugualmente dato che il soggetto prima mette in atto la violenza sessuale per la quale si nota un interesse maggiore.
    Mancano però indicazioni, dai riscontri delle forze dell'ordine, anche di sparizioni di oggetti o altre cose che appartengono alle vittime. Di solito molti serial killer ritengono importante sottrarre alle vittime alcuni oggetti personali che assumono le caratteristiche di un trofeo, che il serial killer utilizza per ricordare i momenti di piacere durante l'omicidio e riviverli. Questa pratica feticista viene collocata solitamente nel periodo del cooling off (periodo di raffreddamento) tra un omicidio e l'altro. E' possibile che anche il responsbile dei delitti di Hwaseong sottraesse dei trofei alle vittime? E' altamente probabile, ma le nostre fonti non indicano particolari oggetti mancanti sulla scena del crimine.
    Altro gesto tipico dei serial killer è quello di rovistare nelle borsette delle vittime, probabilmente un ulteriore bisogno di violarne l'intimità. Rimane quindi “probabile”, il gesto del presunto killer che si disinteressa della donna e si getta a rincorrere la borsetta.

  • Interagisce il minimo possibile con le vittime, sembra che il serial killer sia timido nel dialogo con le donne, è possibile abbia anche nella vita di tutti i giorni dei problemi nel relazionarsi con loro;

  • Il suo viso ha una silhouette snella, la testa è piccola, ha un'apparente età di 25 anni, è alto tra 1,60-1,70m, le mani morbide, il tono di voce molto sottile;

Un autista di autobus e un passeggero ricordano di essere a bordo di un mezzo pubblico che da Hwaseogon porta alla vicina Suwon durante il settimo delitto. La persona notata si trovava ad appena 400m dal luogo in cui sarà ritrovata la vittima. L'autista disse:

“L'uomo aveva le ginocchia bagnate e durante il tragitto ha fumato una sigaretta sull'autobus”.

L'altezza della persona individuata era di 1,65-1,70 cm, una capigliatura abbastanza giovanile, capelli corti scuri come quelli di un militare (possibile che l'assassino abbia fatto il servizio di leva), un'età di 25-27 anni, postura con spalle curve in avanti, dei tratti molto simili a quelli riscontrati anche da Kim nel 1986.

In un'altra occasione sono state inviate tre lettere ad un famigliare dell'ottava vittima, lo zio che si era interessato alle indagini del caso. E' datata il 4 dicembre 1990, nella lettera si dice che il killer è un operaio del quartiere di Kimyang, la sua età è intorno alla trentina, non viene fornito nessun nome, ma si chiede agli investigatori di approfondire l'inchiesta.La polizia indagò il mittente come possibile colpevole dei delitti, ma non riuscirono a giungere alla sua identità.

Nell'ottavo e nel nono caso le polizia è riuscita ad analizzare il dna del serial killer tramite l'analisi dei neutroni dai capelli, le tracce sono spedite in Giappone che al tempo ha laboratori più all'avanguardia. Le tracce evidenziano che in questi ultimi due casi l'autore dei delitti è la stessa persona.


La svolta nelle indagini e i dubbi sull'ultimo sospetto

98090 540017

Le indagini su questi delitti hanno vissuto momenti di febbrile fermento in concomitanza con gli eventi. In quegli anni l'esame del DNA non è ancora all'avanguardia come lo è oggi e le investigazioni forensi sono superficiali e in molti casi gli interrogatori violano le leggi sui diritti umani.
I sospettati sono migliaia, l'interruzione dei delitti nel momento in cui la tecnologia forense sta migliorando ha portato ad un raffreddamento delle indagini, ha contribuito anche il sistema di prescrizione giuridico Coreano che prevede l'estinsione della pena per chi ha commesso questo genere di crimine, dopo 15 anni.

Il caso però ha sconvolto l'opinione pubblica e sotto questa spinta le indagini sono continuate in gran segreto. Già circolano da acluni anni negli ambienti investigativi, la presenza di un sospettato accertato con l'esame del Dna, il velo di mistero viene svelato il 19 settembre 2019 quando la magistratura coreana ha pubblicato il nome del sospettato.

Ma andiamo per gradi, il 15 luglio 2019 dalla polizia viene richiesto un nuovo esame del Dna su alcuni reperti relativi agli omicidi, l'obiettivo è quello di confrontarlo con un sospettato che si trova attualmente in prigione. Le conferme sono rese pubbliche il 18 settembre 2019 quando un'emittente televisiva trasmette il nome del sospettato il giorno prima che venisse dichiarato ufficialmente dal Distretto di Polizia meridionale di Gyeonggi, che ha indetto una conferenza stampa alle 9.30 del 19 settembre.

Il nome del sospetto è Lee Chun-jae, il suo Dna risulta compatibile con l'ottavo delitto del serial killer di Hwaseong, si dice inoltre che sia compatibile anche con alcuni casi del 1988, per il secondo, il terzo e il quarto omicidio. Il Dna dell'assassino è stato ricavato dallo sperma ritrovato sulla scena del crimine dell'ottavo delitto, il gruppo saguigno del seme ritrovato all'interno della vagina della vittima appartiene al gruppo “A”, per cui il colpevole dovrebbe avere un gruppo sanguigno di tipo “A” o “0”. Che non coincide con il gruppo sanguigno di tipo “B” che è stato sempre abbinato al killer fin dalle prime indagini. La polizia e alcuni eminenti studiosi del Dna si sono affrettati a trovare logiche spiegazioni per questa incoerenza, riportando alcuni casi in cui il gruppo sanguigno è differente rispetto allo sperma, come era stato ipotizzato nel caso di Andrej Romanovic Cikatilo il mostro di Rostov, ipotesi che però non ha mai convinto del tutto.
Altri funzionari di polizia hanno ipotizzato che il fatto che il killer avesse un gruppo sanguigno di tipo “B” sia dovuto alla mescolanza di seme tra le vittime e l'assassino, mescolanza che ha minato la precisione quando le analisi non erano ancora all'avanguardia.
Il professor Lee Jung-bin del Dipartimento di Medicina legale dell'Università di Gachon ha ipotizzato anche la possibilità di una tippizzazione errata del sangue o un'alterazione proteica.

Al sospetto si è giunti grazie all'adozione di un database di Dna per i detenuti, attivo dal 2010, il sospettato Lee Chun-jae era in carcere dal 1994 per sturpo e omicidio.


Lee Chun-jae

20191002105301 1372402 600 359

Lee Chun-jae nasce nel gennaio del 1963 a Jinan 1-ri, Taean-eup, Hwaseong-gun, Gyeonggi-do e vive nelle vicinanze per 30 anni. La sua infanzia viene ricordata come tranquilla e priva di traumi, le persone che l'hanno conosciuto lo ricordano come un bravo ragazzo con argute risposte e un ottimo carattere. Si diploma al Suwon High School nel 1981 e i compagni di scuola lo ricordano come un ragazzo brillante, un ottimo amico ben educato.
Lee trascorre quattro anni della sua vita nell'esercito e nel gennaio del 1986 viene trasferito nella zona in cui sono avvenuti i delitti, li incotra e sposa sua moglie è il 1992. Sembra apparentemente che i dua abbiano un buon rapporto, la donna perde il lavoro ad una compagnia (?) che fallisce e si mantiene con lavoretti part-time.

Alcune denunce per furto

Il 26 settembre 1989 Lee Chun-Jae è arrestato per furto da un vicino di casa che chiameremo “A”, “A” lo vede introdursi nella sua proprietà nel mentre scavalca il cancello, Lee indossa guanti di cotone (ricordiamo la testimonianze dell'unica vittima rimasta in vita del serial killer di Whasegon che dice che le mani dell'aggressore erano molto morbide) e porta con se alcune armi (non si sa che tipo di armi siano). L'uomo si giustificherà dicendo che si è introdotto nella proprietà del vicino perché è stato picchiato da uno sconosciuto e ha inseguito l'eggressore che è entrato nella casa, di certo non l'ha fatto per rapina, sottolinea.

Il 7 febbraio 1990 Lee viene condannato a un anno e sei mesi di reclusione in primo grado, ma fa richiesta di appello. Il 19 aprile dello stesso anno l'imputato viene condannato a due anni di libertà vigilata e sei mesi di reclusione, viene rilasciato dal carcere 201 giorni dopo .

L'omicidio della moglie

Secondo i documenti del processo per l'aggressione della moglie, i rapporti tra i due non erano assolutamente buoni, aggredisce brutalmente suo figlio di 2 anni, lo rinchiude in una stanza buia e viene ritrovato pieno di lividi. Lancia un posacenere contro la moglie, la molestata sessualmente e la violenta, questa testimonianza è raccolta dal detective della polizia che si occupa del caso. Alla fine la donna lascia la casa coniugale nel dicembre del 1993, ma Lee non si arrende e le telefona manacciandola, dice: “Divorzierò da mia moglie e le faro un 'tatuagggio' in modo che nessun altro uomo la voglia sposare”.

Il 13 gennaio 1993 alle 14.40, Lee contatta sua moglie dicendole di raggiungerlo a casa sua per prendere un tostapane che ha lasciato li, quindo arriva le offre da mangiare e un drink con un sonnifero. Cerca di uscire di casa prima che gli effetti sonnifero si verifichino, con la scusa di vedere un amico. Lee uccide sua moglie e nel tentativo di sfuggire alla giustizia abbandona il suo corpo in un deposito di ferramenta a 800 metri da casa sua in un orario intorno alle 23.40. Al momento della scoperta il corpo della donna è coperto da una fodera blu, legato con delle calze e avvolto in sacchetti, jeans e fodere di cuscini.
Il signor Lee per crearsi un alibi si reca dal suocero e gli offre il suo aiuto in faccende di casa, più tardi, insieme si recano dalla polizia per deporre sulla scomparsa della donna. I poliziotti sanno che Lee ha parlato con la vitima il giorno stesso dell'omicidio e diviene subito il principale sospettato, anche se nella deposizione non pare affatto ansioso.
La testimonianza del vicino di casa fa accentrare i sospetti su Lee, il giorno successivo al delitto la casa ha il bagno allagato alle 6 della mattina e alle 16 molti vestiti sono stesi sul pavimento. La perquisizione della polizia non tarda ad arrivare e nel bagno vengono individuate tracce Dna della vittima, del sangue viene rinvenuto sul supporto della lavatrice, sangue che Lee non è riuscito a cancellare. I capelli della vittima vengono rinvenuti in un fascio di nastri e le calze trovate sul cadavere sono identiche a quelle che portava sua moglie.

Lee rifiuta l'arresto e nega fin da subito ogni addebito di responsabilità e cerca delle scuse assurde per scaricare le proprie colpe.

Con l'omicidio della moglie Lee viene condannato all'ergastolo.
Sia in prigione, come in famiglia, le persone che gli stanno vicino, secondini, carcerati e amici, lo riconoscono come una brava persona che si è trovato in questa situazione per uno scatto d'ira. E' evidente che Lee Chun-jae è un manipolatore con le persone che lo circondano, al pari di altri serial killer come BTK e Golden State Killer.

Mi pare importante sottolineare per un profilo criminologico, che il serial killer di Whasegon ha smesso di uccidere nel 1991, già nel tempo ha dimostrato un ottimo autocontrolo e il cooling off eè calato rispetto ai primi delitti, l'escalation eè cessata, probabilmente la polizia sta stringendo il cerchio e colpire sarebbe stato sempre più difficile. Se caliamo Lee Chun-jae nei panni del serial killer di Whasegon notiamo che l'anno successivo ai delitti, il 1992 l'uomo inzia una relazione con quella che nello stesso anno diventerà sua moglie. Non si sa se l'appagamento di una relazione sentimentale sia stata la causa della fine della serialità dei delitti, è molto probabile che sia così e le cause siano da ricondurre ad una situazione di appagamento psicologico. D'altro lato, il problema potrebbe essersi limitato ad un fattore logistico, il fatto di vivere una relazione, condividere la propria abitazione con una donna, può in qualche modo rendere difficoltosi i suoi spostamenti senza incorrere nei sospetti del coniuge. Eppure la sete di morte riprenderà immediatamente ponendo fina alla sua relazione e la vittima non può che essere la donna che ha avuto vicino in questi ultimi anni, la moglie.

Data

Evento

Comportamento e rilevanza sospetto

Metà '83

---

Arruolamento militare a 20 anni

Gennaio '86

---

Lascia la carriera militare a 23 anni circa

8 febbraio '86

Stupro seriale a Taean-eup, Hwaseong, Jinan-ri.

Lee Chun-jae vive a Jinan-ri

20 marzo '86

2° Stupro seriale

---

3 aprile '86

3° Stupro seriale

---

25 aprile '86

4° stupro seriale consecutivo

---

8 maggio '86

5° stupro seriale consecutivo

---

14 maggio '86

6° stupro seriale consecutivo

---

Luglio '86

7° stupro seriale consecutivo

---

15 settembre '86

Primo omicidio.
Ci sono prove che la vittima ha fatto resistenza. Il prof. Dr. Pete Brown, sulla base di dati sul campo, ha affermato che l'incidente è stato il primo omicidio di uno stupratore che non aveva mai ucciso prima di allora.

Il delitto avvenuto vicino a Iljin Electric, dove spesso si recava Lee Chun Jae

20 ottobre '86

Secondo omicidio

Vicino all'azienda elettrica Iljin

30 novembre '86

Evento tentativo di aggressione con la vittima sopravvissuta avvenuto a Jinan-ri

Lee Chun-jae vive sempre a Jinan-ri

12 dicembre '86

Terzo omicidio

La compagnia alla quale la vittima si recò era accanto a Iljin Electric dove lavora Lee Chun Jae.

14 dicembre '86

Quarto omicidio

La compagnia tessile della vittima (ora una società del calcestruzzo preconfezionato) era accanto a Iljin Electric, dove lavorava Lee Chun-jae.

10 gennaio '87

Quinto omicidio

Identificazione del DNA di Lee Chun Jae

Dopo il quinto incidente nel '87

La copertura mediatica ha attirato l'attenzione del pubblico e le iinvestigazioni sono iniziata su larga scala

---

2 maggio '87

Sesto omicidio

Vicino alla casa di Lee Chun Jae

Luglio '87

---

Lee Chun-jae viene indagato per un sospetto di violenza sessuale nell'agosto 1986.

7 settembre '88

Settimo omicidio, il guidatore dell'ultimo autobus per Suwon.Kang Won-sik, l'autista, ha testimoniato per creare un identikit sul volto del criminale

Si presume avesse circa 25 anni.
Conferma del DNA di Lee Chun Jae.

3 luglio '89

Caso di omicidio di una ragazza del liceo a Yeomcheon-dong, Gwonseon-gu, Suwon-si.

Avvenuto a circa 6 km dall'abitazione di Lee Chun Jae

26 settembre '89

---

Detenzione a causa di rapina e casi di violenza a Seryu-dong, Gwonseon-gu, Suwon-si

19 aprile '90

---

Rilasciato Lee Chun Jae

15 novembre '90

Ottavo omicidio

Conferma del DNA di Lee Chun Jae. La vittima era una studentessa conosciuta da Lee Chun-jae

3 aprile '91

Decimo omicidio

---

Luglio '91

---

Lee Choon Jae si è sposato

1992

---

Nasce il Figlio di Lee Chun-jae nato

Gennaio '94

---

Omicidio della moglie

Lee Chun-jae da prima nega ogni addebito ai reati, il 2 ottobre 2019 la poliza conferma che Lee ha confessato di aver ucciso 14 persone tra cui ci sono le nove vittime del serial killer di Hwasegon, che ha finalmente un volto dopo 30 anni di indagini.

Lee Chun jae

Le ultime parole sul case le lasciamo al regista del film "Memories of Murder", Bong Joon-ho: "Volevo davvero vedere la sua faccia: ho anche provato a immaginare il suo volto e a disegnarlo. Avevo persino una lista di domande che ero pronto a fargli nel caso mi fossi imbattuto in qualche modo in lui. Finalmente ho potuto vedere il suo volto pubblicato sui giornali: guardarlo mi ha fatto provare sentimenti complicati".

memories of murder 597710e03a64c

Misteri di Lucca